Il Napoli festeggia ma ancora di più, festeggia tutta Napoli e anche un po’ d’Italia che in fondo è felice per questa vittoria che sa di umano.
Il Napoli ha riportato lo sport del calcio sul suo terreno ideale che è quello della sana competizione . Non ci sono consigli d’amministrazione che fanno capo a fondi internazionali di cui non si vede mai la faccia. Ci sono un imprenditore visionario e capace come pochi, un tecnico altrettanto visionario che per una volta, quella decisiva ha dominato la sua instabilità caratteriale, e un super gruppo di calciatori che hanno annichilito gli avversari fin dal primo minuto di questo strano campionato con intermezzo mondiale. Ecco, il Napoli fa a pezzi il disegno “senza frontiere “ di Infantino. Vince sulla spinta di un’intera città che è a suo modo Stato, inserendo tasselli giusti pescati nelle periferie del calcio. Simeone, Kim, Kvaratskhelia sono primi attori in attesa della parte giusta. Con loro, il nazionale Raspadori.
Napoli festeggia a Udine. Dall’altro capo d’Italia. Con buona pace dei proclami da tifoseria.
Il gol di Osimhen è una sentenza. Giusto che ha procurare l’ultimo punto necessario sia stata una sua rete, a suggello di una stagione fenomenale.
Scudetto numero tre e primo dell’era De Laurentis, a trentatre anni dall’ultimo di Diego. Napoli lo amerà ancora e sempre ma forse da oggi lo rimpiangerà un po’ meno.
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