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Pier Luigi Manieri

Visione privatissima di Iron Fighter di e con Claudio Del Falco

Aggiornamento: 1 dic 2023

Action urbano e notturno, da assalto ai mercati internazionali e alle piattaforme, con Danny Quinn, un irresistibile Hal Yamanouchi e la modella Camila Cruz Escobar.

 

Reduci dalla visione dall’anteprima di Iron Fighter presso la LVR e caricati a pallettoni possiamo dire che il film scritto a quattro mani con Sandro Arista, spacca!

Claudio Del Falco è il nostro unico attore marzialista. Partendo da questo enunciato possiamo addentrarci in un film che è un unicum tanto per il genere, quanto per gli interpreti e la regia. La sera di Natale l’ex campione di arti marziali partecipa contro il volere della moglie a un ultimo combattimento. Vince ma sarà l’inizio di una caccia notturna all’ultimo respiro e all’ultimo sangue.


La trama è un archetipo:Il buono vince un torneo. La borsa è pazzesca, dieci milioni di euro, il giro di scommesse, pure. Avidità. Coraggio. Amore  e una vecchia ferita che viene riaperta. Cattivi usciti da un romanzo pulp, una moglie da salvare, un guerriero silenzioso e definitivo come la morte. Cast splendido, ritmo forsennato e gran sfilata dei migliori marzialisti italiani, a cominciare dal pluricampione del mondo di Karate Stefano Maniscalco, radunati dall’unico specialista italiano del genere.

Metacinema più che autobiografia, il protagonista si chiama come l’interprete, parte come film sportivo (Del Falco ha uno score nel Karate invidiabile) ma poi vira veementemente verso l’action più tirata, senza pause, senza indugiare sulle speculazioni filosofiche che tanto annacquano i film d’azione contemporanei. FotoQui è tutto molto semplice e lineare: i cattivi sono cattivi. Punto e basta. Non sono vittime di una società che ne fa dei mostri, sono avidi e violenti. Ma non violenti quanto l’eroe...Corbucci ogni mattina sul set di Django (quello vero, non l’insulsa parodia di Tarantino), diceva a Nero “ Franco, oggi quanti ne ammazzamo?”, ecco, Del Falco insidia da vicino il record di Django ma non solo il suo. Una mattanza spettacolare, volutamente trash, esageratamente pop, superbamente strong.  in cui il nostro esibisce il meglio del suo repertorio interamente senza controfigure. Claudio dispone di una fisicità ipertrofica, scultorea, plastica, quasi fumettistica, in un’armonia di corpi, pone al suo fianco la straripante Camila Cruz Escobar, che farà di tutto per liberare da Alpha (Hal Yamanouchi)

e i suoi sgherri.

A dispetto del tono da fumetto, il campionissimo ha un primato di 102  vittorie tra Karate e K1, questo film è sorretto da una regia solida, sicura e che ben asseconda con sapienti movimenti di macchina, le corse in auto e le coreografie. Del Falco, al debutto come regista, dirige con la sicurezza di chi si muove nel suo elemento. Katane, lenzuola con Diabolik, e moto Ducati, compongono la scenografia di un film dal sapore anni ’80, del resto, Del Falco è figlio di un certo cinema e nel realizzare il suo, non dimentica di omaggiare certe pietre miliari. Qua e là si respira l’afflato di Rocky, la formalità cruenta del primo Rambo, la dimensione da sogno di Conan il barbaro, la spazialità angusta e claustrofobica di Trappola di Cristallo, il tutto miscelato insieme per dare alle nuove generazioni il loro eroe di riferimento. Un eroe che affetta nemici come tranci di carne. Nel film non manca un certo sentimento, Claudio è infatti diviso tra tre amori, quello per la nuova moglie, quello per la figlia che non gli perdona il secondo matrimonio e quello per la prima moglie, la splendida Clara Guggiari, deceduta per un infarto. O forse, no…

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