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Pier Luigi Manieri

Spot di Giorgia e controspot. Ma Elly che fa?

Aggiornamento: 1 ott


Giorgia Meloni

"È una di noi". Parte concettualmente da qui lo spot di FdI personalizzato sulla figura di Giorgia Meloni, poi si apre ai temi che sono i suoi da sempre, come il contrasto all’immigrazione incontrollata, la valorizzazione della donna, il valore dell’identità e l’istituto della famiglia. Nel cambio continuo di soggetti cogliamo il senso della sua linea politica, lei, Giorgia non c’è ma c’è! Appare metafilmicamente all’interno dello schermo televisivo di un bar, poi spazio agli elettori. Gli elettori in una velocissima sequenza ci dicono perché credono, perché votano. Un passaggio emblematico riguarda la ragazza mediorientale: non porta veli, né chador né tantomeno il burka, è italiana e le italiane non si coprono.  Una traiettoria che è una netta alternativa culturale a quella con freccia a sinistra, dove da un lato si cavalca la retorica del machismo tossico quando si devono assecondare istanze interne derivate dai salotti del minimalismo etico o dettate dal mondialismo tecnocratico-finanziario, ma che dall’altro trova riparo dietro una foglia fico, che poi sarebbe quella pretestuosa "identità culturale", quando si tratta di denunciare la discriminazione sessuale perpetrata a ogni livello dalla società musulmana.



Attenzione: questo non è un articolo sulla linea politica del leader di FdI, è un’analisi sulla comunicazione. Se cercate valutazioni da politologi e proiezioni sulle imminenti elezioni, resterete delusi. O meglio, è possibile riflettere in termini di coerenza. Che come si sa, il più delle volte, paga.


Elly Schlein

Lo spot ci offre una serie di suggestioni, tali “spazi contenutistici”, sono il terreno del confronto su cui si gioca la partita delle elezioni europee, simmetricamente a pochi giorni dal campionato europeo di calcio, come dire che Meloni lancia il suo guanto di sfida, un guanto che a quanto pare non è stato raccolto tant’è che a Elly Schlein è stato impedito di fare altrettanto. Talmente inconsistente che persino i suoi vertici non ci credono. Questa non è una valutazione politica ma di comunicazione: se lei non può identificare il messaggio evidentemente non è considerata un valore aggiunto e senza quello, non c’è né un beneficio, né una ragione per credere.




Se non si può costruire allora non resta che distruggere.

Devono aver pensato questo il collettivo di creativi che ha messo mano e manomesso lo spot per tirarci fuori un momento di dissacrante iconoclastia. Per carità, nessun peccato mortale ma sembra una mossa della disperazione. Un’ultima spiaggia che ha l’odore agrodolce della iella autoindotta. Non si comprende il senso di cotanto sforzo,a meno che non si creda che l’elettorato sia davvero anestetizzato o possa essere irretito da quattro gag. In buona sostanza, è un messaggio che fa breccia su chi è già contrario, perciò non sposta nulla.


Ripetiamo, carino è carino ma tante risorse non si sarebbero impiegate con maggior profitto rimediando a slogan impalpabili come "Vogliamo un Green deal con il cuore rosso"? Al di la del significato (se l'avete compreso, ripetetelo), se ci avessero pensato in minuto in più, avrebbero potuto aggiungere qualcosa col bianco. Sarebbe stato comunque deprimente ma se non altro avrebbe evocato la bandiera italiana. Ah, già! No, appunto.


"Un uomo che non ha pensieri individuali è un uomo che non pensa" (Oscar Wilde).

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