Nell’agitare lo spauracchio del ritorno alle leggi autarchiche del ventennio fascista utilizzando il termine “Sovranità alimentare” unito a quello di Ministero delle politiche agricole molti hanno messo in evidenza ignoranza e un vero disinteresse per il mondo agricolo. In Francia è il Presidente Macron che nomina lo stesso ministère de l’Agriculture et de la Souveraineté alimentaire. “Sovranità alimentare” è termine usato già dagli anni “80 dal fondatore di Slow Food ad indicare il diritto dei popoli a determinare le proprie politiche alimentari senza costrizioni e ingerenze esterne legate ad interessi privati e specifici. Questo concetto fondamentale introdotto dal movimento internazionale Via Campesina guida e protegge le associazioni contadine dei piccoli e medi produttori, dei lavoratori agricoli, delle donne rurali e delle comunità indigene dell’Africa, Asia, D’America e d’Europa promuovendo i sistemi locali del cibo, che si legano ad ogni singolo territorio valorizzando piccole produzioni e proteggendo la bio- diversità e battendosi per l’eco-sostenibilità.
Questi temi devono essere il fulcro sul quale lavorare perché anche l’Italia possa rappresentare i suoi interessi a Bruxelles come da tempo fanno con maggiore cura e incisività francesi e tedeschi. La selezione dei semi, tutelare la dieta mediterranea, l’olio e il vino che rischiano di passare come prodotti nocivi per la salute, uno per la presenza di grassi l’altro come cancerogeno al pari delle sigarette sono gli argomenti da affrontare perché il Made in Italy non perda di credibilità. In ballo c’è ancora la difesa di molte denominazioni italiane dall’Aceto Balsamico ai marchi imitati oltreoceano come il parmisan e il prosek.
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