E anche Romics 2021 è passata. Credo si possa dire che alla chiusura dei padiglioni la sera di domenica 3 ottobre tutti coloro che hanno lavorato con ostinazione perché alla fine Romics 2021 avesse luogo abbiano tirato un lunghissimo sospiro di sollievo.
Non neghiamo la realtà. Viviamo in una situazione in cui il terrore di un ritorno alle chiusure indiscriminate delle “occasioni di assembramento” è palpabile. Chiunque organizzi eventi per far vivere alle persone una socialità ferita in tutti questi mesi vive sempre col terrore che qualcosa vada storto, che dall’oggi al domani la saracinesca cali di nuovo. E quindi prima di ogni evento si studiano direttive, normative, circolari, sperando che tutto vada come deve andare.
E in questo caso è andata così. Romics 2021 aveva un tetto massimo di accessi, ingressi contingentati, personale per far rispettare le normative, ma la cosa non ha impedito alle persone (in massima parte giovani) di tornare a vivere una comics community ferma ormai da troppi mesi. È vero, dalla tarda estate 2020 ad oggi c’erano stati piccoli eventi locali, ma nessuno minimamente paragonabile a una manifestazione a fumetti di livello nazionale come Romics. Sabato e domenica c’è stato il sold out, e si vedeva che c’era gente. Giovedì e venerdì ovviamente le presenze sono state minori, ma parlando con diversi espositori mi hanno fatto capire che gli incassi complessivi dei quattro giorni sono andati bene. Magari non ai livelli del 2019 (ultima edizione), ma è ovvio: oggi il massimo erano 20.000 biglietti al giorno. Prima un sabato a Romics significava tranquillamente 60.000 o 70.000 presenze, se non di più. È ovvio che aritmeticamente gli incassi possano essere stati inferiori. Ma il punto è che non lo sono stati proporzionalmente. Nel 2021 non si è incassato il 25% di quanto incassato il 2019, sia pure con un quarto dei visitatori. Questo è interessante, perché testimonia da parte di chi viene alle manifestazioni la voglia di tornare alla normalità in cui soddisfo la mia voglia di essere nerd, la voglia - e la necessità oserei dire - del superfluo come elemento fondamentale a una vita interiore che non sia pura sopravvivenza. La presenza alla manifestazione, lo spendere soldi in cose apparentemente inutili mi sembra quasi una rivolta della vita contro chi la vorrebbe irreggimentare in regole e azioni tutte mirate a sopravvivere e basta. A che scopo vivere se non posso comprare il fumetto che mi appassiona? A che scopo vivere se non posso scavare in uno scatolone scoprendo pupazzi di He Man e i Dominatori dell’universo a 5 euro? Certo, posso sempre ordinare qualsiasi cosa su Amazon, rimanendo chiuso a casa come un pollo in batteria, ma perché?
Quindi bellissimo vedere le persone assieme, ma c’erano anche alcuni elementi negativi. Sono mancati quasi del tutto gli stand dove si potevano trovare occasioni. Fumetti scontati, gadget in offerta. A questa edizione erano quasi spariti. È comprensibile che gli standisti dopo quasi due anni di deserto abbiano cercato di monetizzare al massimo, ma a volte mi è sembrato un po’ esagerato.
Non erano presenti molti editori, oltre tutto Panini ha deciso di non partecipare a nessuna manifestazione fino alla primavera 2022 e quindi mancano sia lei che la Pan Distribuzione. Mancavano anche altri editori che di solito vengono, come la NPE o Astorina. Chi è venuto però ha portato proposte interessanti. Un elenco a memoria degli editori comprende Manga Senpai, Shockdom, Saldapress, Tunué, Goen, Prankster comics, Italy Comics, Red Star, Tora edizioni, Galletti edizioni, Prismatics – Milkshop.
L’ultimo evento degno di nota di questo Romics è stato l’incontro che ho tenuto domenica 3 dalle 15:10 alle 16:00 con Moreno Burattini curatore della collana Zagor (in presenza) e Gianni Sedioli, disegnatore di Zagor (in video) per celebrare i sessant’anni dello Spirito della Scure. Incontro molto rilassato, con buona presenza di pubblico, e che si è svolto tranquillamente tra anticipazioni per il futuro zagoriano, ricordi di Bonelli/Nolitta, e chiacchiere fumettistiche.
Molte le novità: Riflessi di Luce 5, Anedonia (Prismatic); Once & Future, Darkark 3, L’Orda, Book Tour (Edizioni BD); Butterfly Effect 10, Pendulum 6, Blush 1, Senpai Plus (Manga Senpai) 7 Crimini, Peratoons sfida all’ultima battuta, Avatar the last airbender la Frattura (Tunué); Forza Genki, Suicide Island, I Miserabili 8 (Goen); Buzzkill, Il Nuovo Mondo, Stillwater, Soldati perduti, Miskatonic, Oblivion song, Adventureman (Salda Press) e altri titoli ancora.
C’era una buona presenza di autori, in particolar modo alla Shockdom, con Sio che teneva banco tra firme e dediche. Anche allo stand Tora edizione la presenza di autori era nutrita, con Daniele Daccò che presentava il suo ultimo volume.
Nel settore dei games ho notato l’assenza di molti negozi storici di Roma (Strategia e Tattica in primis) e di Feudalesimo e Libertà, una delle voci più positivamente goliardiche nel mondo del gaming. Ho notato anche una diminuzione di negozi di gadget e antiquariato. Pochissime action figure, e anche i funko pop non erano diffusi come di solito. Un altro elemento meno presente erano i cosplayer. Non ne ho visti molti, e la maggior parte erano ispirati al MCU. C’era un gruppo composto da Dr. Strange, Tony Stark, Thor, Captain America e Loki, super fotografato, ma a parte loro pochi altri. Sicuramente non ai livelli del 2019. Un male, un bene? Secondo me un male, perché il cosplay è una espressione della creatività personale, ma magari qualcun altro preferisce che svaniscano.
Appuntamento con Romics ad aprile 2022, mentre l’autunno del fumetto prosegue con Cannino Fantastica (9-10 ottobre) e poi Lucca comics & Games a fine ottobre.
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