Vorrei liberarmi del cattivo gusto di parlare solo di covid, ma ormai questa pandemia è lo sfondo sul quale si svolgono le nostre vite, e quindi le mie riflessioni; come una camera fissa davanti alla quale si alternano personaggi.
L’argomento è alto, filosofico: La Libertà, già la parola evoca immagini di eroi epici. Ma che c’entriamo noi? Con le nostre vite semplici, i nostri lavori un po’ noiosi? Eppure la libertà è prima di tutto uno stato mentale, che può è deve appartenere a tutti, avete mai sentito l’espressione libero pensatore? È quello a cui ogni persona, a mio parere, dovrebbe aspirare; eppure quello che vedo intorno a me, perdonate la presunzione, e solo tanta gente in cerca di un padrone a cui obbedire.
Come donna di destra, l’immaginario collettivo mi vorrebbe amante della dittatura, in realtà non sono una donna di destra perché vengo da una famiglia di destra, nessuno mi ha mai obbligato, piuttosto spiegato questo si, la prova è che nella mia numerosa famiglia ci sono orientamenti politici assai diversi, ma già dai tempi della scuola, quello che mi atterriva era la privazione della libertà di pensiero che era in atto nei paesi comunisti, nemmeno a Pinochet, che non era certo una mammoletta, interessava con chi andavi a letto, mentre a Cuba essere gay era un reato; nella Germania dell’est le conversazioni private venivano puntualmente spiate (consiglio per chi non l’avesse visto il film “le vite degli altri”), in URSS e in Cina non c’era libertà di culto, già perché il comunismo, un po’ come ora la scienza, è esso stesso una religione e non può permettere che si preghi un altro Dio.
La mia posizione sarà senz’altro discutibile, ma ritengo le privazioni del pensiero, della parte metafisica degli uomini, sia la peggiore possibile e pertanto intollerabile; non intendo difendere altre dittature, ma è questo mio amore per la libertà che mi ha fatto diventare una donna di destra!
Ricominciamo dal principio: quasi due anni fa ci hanno chiuso in casa, unico contatto con l’esterno la televisione, io personalmente lavoro in casa da marzo 2020, comodo per carità, e lo faccio, devo ammetterlo, con la TV accesa (vengo da una famiglia numerosa e il silenzio mi atterrisce); aggiungete che ho problemi di antenna che non mi sono mai preoccupata di sistemare, visto che pre-pandemia di TV ne guardavo pochissima, quindi mi tocca vedere quasi esclusivamente mamma RAI (menomale che c’è internet!)
Non si può fare a meno di notare come la comunicazione della TV di Stato sia in una sola direzione; l’argomento unico è il covid, le voci di qualsiasi scienziato non allineato vengono puntualmente oscurate, in favore di quei 5/6 scienziati della propaganda, il primo giorno in cui è stato introdotto il greenpass, ho visto solo interviste di gente con sorrisi a 40 denti che era super-felice di avere scaricato la tessera verde e che finalmente si sentiva sicura, possibile che i cronisti RAI non abbiano trovato nemmeno una persona incazzata nera? No perché io ne conosco un sacco!
La mente corre ad una visita guidata al ghetto ebraico, prima delle leggi razziali e tutto quello che sappiamo, nessuno aveva intenzione di sterminare gli ebrei, lo scopo della Chiesa, che per questo li aveva rinchiusi in un ghetto, era quello di convertirli. Così vicino alle porte del ghetto c’erano delle chiese e il sabato (il loro giorno sacro) venivano costretti ad ascoltare le “prediche coatte” ore e ore di prediche, si narra che i malcapitati si mettessero il cotone nelle orecchie pur di non sentirle! Ecco mentre la guida ci raccontava questa cosa, ho avuto l’illuminazione: “cercano di convertirci” alla nuova religione di Stato la “SCIENZA” ovviamente la Scienza di Stato; i Pregliasco, i Galli, I Bassetti, sono i predicatori, i vari Bruno Vespa, Lily Gruber e compagnia cantante i loro araldi, e noi chiusi in casa senza nemmeno l’ovatta nelle orecchie, gli infedeli.
È difficile resistere, eppure se come credo le “prediche coatte” devono aver instillato negli ebrei, un ancora più forte attaccamento alla loro religione, anche qualcuno di noi ha avuto un reazione di sana ribellione. Per citare una canzone di Edoardo Bennato “qui la lotta è più dura ma tu... se le prendi di santa ragione, insisti di più”
Ahi quanto ci sarebbe bisogno di una stampa libera! Di giornalisti che facciano davvero il loro lavoro cioè la ricerca della verità invece di proporsi come araldi del regime, giornalisti che facciano davvero delle inchieste, confrontando opinioni e dati. Ma è dura, la libertà è una cosa impegnativa, un fardello, meglio obbedire ad un padrone.
E quindi ci tolgono via via un pezzetto di libertà, senza nessuna base scientifica, ci ricattano con una tessera per andare in un museo (la cultura è il vero nemico da combattere); ma la cosa peggiore è che mi tocca sentire continuamente qualcuno che mi dice “vabbè ma che te costa?” che ti costa mettere la mascherina, che ti costa farti un tampone, che ti costa fare un vaccino, ecc “vabbè dai ancora qualche sacrificio e poi torna tutto come prima” sono due anni che ti tolgono un pezzetto che “alla fine che ti costa?” l’ho già detto che le libertà una volta che ve le levano non ve le ridanno più indietro? E che siete disposti a far vaccinare vostro figlio dodicenne esponendolo a gravi rischi, contro dei rischi praticamente nulli da covid, solo perché non volete rotture di scatole per me non state bene?
Quindi no, io non mi vaccino finché non sarà obbligatorio per legge! Seppure non sia in linea di principio contraria al vaccino, non lo faccio cavolo, e non scarico nessuna tessera verde!
Leggo ogni giorno sui social di gente che minimizza: che volete che sia una tessera, tutela la vostra salute (in che modo??). Lo stato buono si prende cura di voi e voi vi lamentate e parlate di libertà? Ma pesate alle donne Afgane! Già perché intanto arrivano da Kabul notizie terribili!
I social meriterebbero una trattazione a parte, all’inizio ce li avevano venduti come uno spazio libero, ora viene bannata ogni opinione difforme dal mainstream, vi basti pensare che il capo dei talebani dichiara su Twitter la presa di Kabul, mentre Donald Trump, il presidente più votato degli ultimi tempi, è escluso dai social a tempo indeterminato!
In ogni caso Riguardo alla libertà, che è il tema, ricordo che come donna sono in grado di pensare a più cose contemporaneamente (si lo so anche stavolta Zan avrebbe da ridire ma essere donna non è un concetto antropologico, è biologia, e ci sono studi SCIENTIFICI che dimostrano con delle TAC che alle donne si attivano aree del cervello diverse da quelle degli uomini), sono comunque confidente che possa farlo anche più di qualche uomo; così posso preoccuparmi delle povere bambine afgane e contemporaneamente della libertà di pensiero del mondo occidentale. Soprattutto non è detto che le due cose siano in contrapposizione, se non si difende la libertà come concetto, partendo dalla libertà di pensiero che valore può avere qualsiasi battaglia?
Non permettete che vi si faccia sentire in colpa perché state difendendo qualcosa di piccolo (ma è davvero una piccola cosa??), come scritto nel vangelo di Luca (Lc 16,1-13) “chi è fedele in cose di poco conto, è fedele anche in cose importanti; e chi è disonesto in cose di poco conto, è disonesto anche in cose importanti” così parafrasando possiamo dire che se non siete pronti a combattere delle piccole battaglie come potete essere credibili in quelle grandi? La storia insegna che le dittature più feroci non abbiano avuto inizio chiedendo solo qualche piccolo sacrificio. Non sto dicendo che sia questo il caso, ma la strada dovrebbe essere quella di perseguire la giustizia sempre, che questo ci costi molto o poco.
Concludo con una notizia da Kabul: Samangani, membro della commissione Cultura degli insorti fa sapere che “le donne faranno parte del nuovo governo, ma secondo i dettami della Sharia”.
Io dico che rispettare le donne e la Sharia è una contradizione in termini, Mario Draghi, quello che vi detta le regole, dice che è credibile… E voi a cosa o a chi credete???
Stay tuned
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