"Il problema dell’Italia è un problema morale, che non si può risolvere in cinque minuti. Ogni giorno leggiamo di casi di corruzione. Non sono solo politici, palazzinari, delinquenti: sono anche avvocati, giudici, uomini della guardia di finanza, dipendenti pubblici che truffano lo stato per cui lavorano. Non ci sono punizioni per chi sbaglia. E non ci sono premi per chi merita. Un paese così non può funzionare. È un paese morto".
Questa la riflessione rilasciata da Piero Angela in una lunga intervista all’Huffington Post, nel 2017.
Ennesima conferma di come, oggi, non ci abbia lasciato solo un divulgatore scientifico, giornalista, conduttore televisivo e saggista italiano, ma un pilastro della nostra cultura e un quindi un pezzo della nostra storia. Quella storia che ci ha accompagnato per oltre cinquant'anni ,che ci ha insegnato a sentire il sapore della cultura, portandoci ad amarla, apprezzarla, a viverla. Quella storia che ci ha insegnato a essere curiosi e a chiederci di conseguenza il perché delle cose, degli eventi, delle persone e quindi della vita stessa. Chiedersi il motivo, cercarlo, studiarlo, capirlo per poi formulare un proprio pensiero. Ecco il patrimonio che Piero Angela ha lasciato al suo Popolo.
Un Popolo che amava ,che lo ama e che indubbiamente sentirà la sua mancanza Una perdita che sa di vuoto incolmabile soprattutto se avviene in un'epoca in cui la cultura va verso la decadenza, la libertà sa sempre più di utopia e l'arte è sempre più asservita al potere. Un'epoca in cui l'amore per i soldi facili a suon di social si è sostituito all'amore per lo studio,dove il rispetto per la propria maschera si è sostituito a quello del proprio volto e dove la cura della propria immagine si è sostituita a quella della personalità. Un'epoca in cui, in sintesi, si può amaramente constatare che avviene l'esatto opposto dell'insegnamento che ci ha lasciato il caro maestro e forse, per questo motivo, custodirlo e farne tesoro non è solo un diritto ma principalmente un dovere.
Solo così si terrà alta la sua memoria e il suo insegnamento non sarà vano. Solo così l'Italia smetterà di essere un "paese morto" e con esso anche il suo popolo. Una politica che faccia politica e non pettegolezzo da pianerottolo con la caccia a problemi fantasma anziché reali come l'inesistenza di "punizioni per chi sbaglia" e di "premi per chi merita". I morti si onorano continuando a dar vita a ciò che con loro ha preso vita: “Più escono cose dalla scatola della conoscenza più se ne creano dentro, in continuazione, di nuove.”
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