Come figura pubblica è impossibile non conoscerlo. Costanzo è stato uno degli intellettuali più organici al reale potere che l’Italia abbia mai visto. Autore, sceneggiatore, giornalista, personaggio di radio e TV era indubbiamente una persona che conosceva il proprio mestiere. Sapeva indubbiamente usare le parole, scritte e parlate, e sapeva come si usano. Su queste sue conoscenze aveva costruito un impero comunicativo con pochi uguali in Italia.
Costanzo aveva inventato, o meglio, aveva importato in Italia il talk show, ossia un genere televisivo dove l’intrattenimento per lo spettatore veniva non da numeri preparati e realizzati da professionisti, ma dagli ospiti e dalla loro personalità. Costanzo invitava personaggi e poi gli poneva domande, e in base a quanto i personaggi erano capaci di uscire dalle loro consuetudini e spiazzare il pubblico con eventi, aneddoti, ragionamenti, il talk show funzionava. Con il Maurizio Costanzo show poi, il suo programma simbolo realizzato, sia pure con qualche interruzione, dal 1982, Costanzo andò anche oltre non solo invitando personaggi, ma anche inventando personaggi. Il suo fiuto gli permise di individuare alcuni personaggi tra le innumerevoli richieste di partecipazione al suo talk, che avrebbero bucato la parte col pubblico. Vittorio Sgarbi è forse l’esempiopiù eclatante, ma ci piace ricordare Nik Novecento, poetico e surreale e morto troppo giovane, lasciando potenzialità inespresse.
Il punto su cui riflettere, e che sarebbe sbagliato dimenticare nell’oleografia post mortem, è il costante rapporto di contiguità con qualsiasi potere politico/economico fosse in auge. Democristiano agli inizi della carriera della RAI anni ’60, Craxiano negli anni ’70 e ’80 quando il PSI di Craxi era dominante nel mondo dello spettacolo, uomo Mediaset ma anche professore di tecniche di comunicazione per istituti finanziati dagli avversari di Berlusconi. Uomo che si dichiara di sinistra, e poi consulente per la comunicazione di Berlusconi quando deve fondare Forza Italia. Insomma, un professionista che scinde gli interessi personali e privati dal lavoro, o un personaggio senza peli sullo stomaco buono per tutte le bandiere?
Costanzo era intoccabile. Gli attentati che la Mafia organizzò contro di lui, dopo la famosa diretta/staffetta tra il Maurizio Costanzo Show e Samarcanda, lo aveva reso un’icona dell’antimafia e una persona che poteva praticamente dire e fare tutto. Era quello che “la mafia voleva mettere a tacere”, e quindi poteva dire quello che voleva. Bisogna riconoscere che almeno esteriormente non aveva mai approfittato in modo plateale di questo potere mediatico assoluto che deteneva. Ma anche questo rientra in una galleria di personaggi ben noti a chi conosce la storia d’Italia. Costanzo non era il Principe, ma era il Consigliere del Principe. Che il Principe sia buono o cattivo non spetta al Consigliere deciderlo. Il suo ruolo è consigliare chi è il Principe, non giudicarlo. Costanzo ha sempre detto che Berlusconi non lo ha mai censurato, né ha imposto tagli o tematiche ai suoi programmi. E probabilmente è vero. Ma per un motivo molto semplice: i programmi di Costanzo avevamo successo e vendevano spazi pubblicitari. Questo è stato lo scudo che ha protetto Costanzo. Questo, e una capacità di autocensura e di dare sempre al pubblico quello che il pubblico voleva sentire.
Ci mancherà la figura pubblica di Costanzo? Mancherà come mancano tutti i grandi professionisti, in un’epoca di approssimazione e pressapochismo sempre più dilaganti, ma il modello definito e incarnato da Costanzo per quel che riguarda i rapporti tra comunicazione e potere ci mancherà? Forse no. Oppure, sì. La comunicazione deve essere antitetica al potere altrimenti è un suo strumento ma al tempo stesso la comunicazione è potere. Dire che dovrebbe esserne estranea non è demagogia o almeno, un’ingenuità? Quindi un uomo di spettacolo che è insieme, autore, impresario, produttore non è tanto più onesto quanto più tale potere non lo cela ma lo normalizza?
Costanzo e il suo alter ego femminile, Maria de Filippi, hanno cavalcato la televisione partecipata fino al talent show in tutte le sue forme, questa è forse la macchia più vistosa su una di quelle camicie azzurre che rese celebri con slogan entrati nel linguaggio comune. L’aver reso speciali perché famosi e non il contrario, personaggi senza spessore, aver quindi certificato il non merito come valore. Esibire personaggi come Costantino e Pina, ha di fatto contribuito al crollo estetico e valoriale che seppure sotto altre forme, oggi è una regola. Come non cogliere in certi riflessi del relativismo etico ed esteticole tante istanze che oggi vengono cavalcate senza un reale senso critico ma solo perché si può fare? A questo punto ci si deve domandare perché un uomo che ha goduto di un successo raramente eguagliabile abbia necessità al tramonto della sua esistenza di altri teatri da controllare (Teatro Brancaccio e Fondazione Teatro di Latina), personaggi pubblici da veicolare (Totti), balzare da un canale televisivo e radiofonico all’altro, firmare articoli bulimicamente per i più svariati giornali e riviste. Fuoco sacro o smania di esserci a ogni costo?
Eppure Costanzo non può essere separato dalla sua verve creativa. C’è del Costanzo in Mina, c’è del Costanzo nel cinema di Villaggio. C’è un Costanzo prima di Maurizio Costanzo Show che in una celeberrima puntata di Acquario mette Susanna Agnelli e Rino Gaetano uno di fronte all’altro. E prima di Acquario c’è il Costanzo di Bontà Loro.
L’uomo della camicia coi baffi, ha segnato almeno mezzo secolo di storia dell’informazione e del costume. Non si sa bene se fossimo noi a entrare al Parioli o fosse lui ad accomodarsi nei nostri soggiorni perché come lui stesso ha detto, tra lui è il suo pubblico si è instaurata ne corso dei decenni una parentela mediatica. Ha fatto parte della P2; dato un palco a Riondino, Carmelo Bene, Sgarbi, Mastrandrea, Martelli e Selene.
Si dimise da L’Occhio quando era in caduta libera, ha generato profitti enormi con le case di produzione Fascino e Tao 2.
L’avventurosa vita di Costanzo, c’è da giurarci considerando chi è la moglie, sarà prima o poi oggetto di trattazione per qualche fiction, ma del resto, moglie o no, piaccia o non piaccia, Costanzo è nella storia televisiva. Un trattamento non è solo fisiologico, è quasi inevitabile.
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