In Italia siamo fortunati, perché uno dei migliori autori di fumetti mondiali (quel che è giusto, è giusto) lavora da decenni, creando storie, gag, libri, personaggi, senza mai un attimo di cedimento. Parliamo di Alfredo Castelli. E tra tutte le creazioni di Castelli la più famosa (e longeva) è sicuramente Martin Mystère.
Martin Mystère è un fumetto principalmente di avventura, ma che in questi anni ha toccato mille temi e generi: fantascienza, fantasy, noir, thriller, spy, horror, giallo, weird, sempre con un tocco di umorismo e signorilità che non l’hanno mai fatto tracimare nella volgarità o nel cattivo gusto.
Alter Ego di Castelli Martin Mystère ha una smisurata conoscenza di tutto quel che apparentemente è superfluo, con particolare riferimento alla storia misteriosa ed insolita. Anzi, più è misteriosa, insolita, lontana dalla via quotidiana, più possiamo essere sicuri che Martin Mystère conosca a menadito tutto quel che c’è da sapere. Professore universitario, autore e presentatore di programmi TV dedicati ai Misteri, autore di libri di successo, vive a New York ed è sostanzialmente in buoni rapporto con le autorità (polizia, governo USA, servizi di sicurezza) che pur considerandolo un po’ svitato, gli riconoscono le capacità e le competenze per risolvere problemi fuori dal consueto. Sposato con Diana Lombard, dopo un lungo fidanzamento, il professor Mystère nel corso di un’avventura tra i monti dell’Himalaya scopre una tribù di uomini di Neanderthal, e uno di loro, Java, diventa il suo assistente. Il rapporto tra Java e Martin è di mutuo rispetto, amicizia vera, e in più di un’occasione i due si sono salvati la vita a vicenda. Java si è adattato benissimo alla vita nella “civiltà”, e Castelli spesso ce lo presenta nei panni di raffinato rubacuori. Dotato di sensi acutissimi e di una percezione del reale più acuta rispetto all’homo sapiens, Java è il “buon selvaggio ancora in contatto con le forze naturali”, e questo in più di un’occasione ha risolto situazioni apparentemente disperate. Ultimo elemento (curiosità) da segnalare l’indirizzo: il Professor Martin Mystere nella sua realtà abita al 3/a di Washington Mews a New York City. Nella nostra realtà New York City esiste, ed esiste una strada che si chiama Washington Mews, una via privata tra la Fifth Avenue e la New York University a nord di Washington Square Park. Originalmente era un insieme di stalle che serviva le abitazioni vicine, ospitando i calessi provati delle famiglie benestanti. Mews in inglese infatti significa scuderia, per cui Washington Mews = le scuderie di Washington. Col passare del tempo la crisi di alloggi a NYC ha fatto sì che le antiche Mews venissero trasformate in abitazioni e uffici per la New York University.
Il fumetto di Martin Mystère è un fumetto “positivo” dove il saldo tra elementi negativi ed elementi positivi presenti nella società è a favore di questi ultimi. Non c’è un ottimismo ingenuo che ignora i mali del mondo, ma nel mondo di MM l’ultima parola non è mai a favore della sfiducia o della depressione nichilista. Fuori moda? Forse. Comunque, meglio così.
In effetti Martin Mystère non spunta dalla mente di Castelli, come Minerva dal cranio di Giove. Si tratta dell'evoluzione di un personaggio precedente inizialmente chiamato Doc Marvel, ideato nel 1975 e poi rinominato Allan Quatermain. Inizialmente proposto al Giornalino, che lo rifiuta, nel 1978 Allan Quatermain appare per una manciata di avventure su Supergulp della Mondadori, fino alla chiusura della testata nel 1980. AQ ha molti punti di somiglianza con MM: ha come compagno di avventure un uomo di Neanderthal di nome Java, è fidanzato, ed è dotato di una pistola a raggi vecchia di quindicimila anni. Dopo la chiusura di Supergulp AQ rimase nel limbo per qualche mese, poi l’riaspettato successo di Indiana Jones, spinse Castelli a riprenderlo, rivederlo, e proporlo alla Daim Press, che accetterà di pubblicarlo, in un’ottica di svecchiamento del parco testate, iniziato qualche anno prima con Mister No (1975) e Ken Parker (1977).
Editorialmente parlando Martin Mystère nel 2022 compie 40 anni, essendo apparso per la prima volta nell’aprile 1982. Ma nella sua realtà MM nel 2022 compie 80 anni, essendo nato, come ci dice il suo “biografo ufficiale” Alfredo Castelli nel 1942. Perché questa attenzione ai numeri? Perché Da subito Castelli ha scelto (col senno di poi forse sbagliando) di legare il tempo narrativo del fumetto a quello del lettore. Lettore e personaggio vivono nello stesso “tempo”, e il tempo scorre per l’uno come l’altro. Questo è stato uno degli elementi di innovazione rispetto ai fumetti pubblicati dalla casa editrice Bonelli fino a quel momento. Tex vive in un “eterno presente”, posizionabile più o meno attorno agli ultimi vent’anni del XIX secolo. Mister No era attivo a metà degli anni ’50 del XX secolo, e Zagor è posizionabile attorno al 1830, anno più anno meno. Per tutte queste serie esiste il tempo “passato” che ha portato al loro presente narrativo, ma una volta arrivati nel Presente-Tex, nel Presente-Mister No o nel Presente-Zagor è come se il tempo si fermasse, o meglio si dilatasse per inglobare ogni singola avventura da quel momento in poi. Con MM questo non succede. Una storia pubblicata e letta nel giugno 2022 è 40 anni successiva a quelle pubblicate e lette nel giugno 1982, e la cosa si vede da elementi presenti all’interno delle storie.
La prima innovazione, quindi, è stata “coincidenza del tempo interno col tempo esterno”.
Altro elemento innovativo per il 1982 è l’inserimento della tecnologia informatica nel fumetto. Inserimento non a livello di tecnica usata per realizzar ei l fumetto, ma come contenuti interni al mondo narrativo di MM. A partire dal n.1 dell’aprile 1982 nelle storie di MM sono presenti computer, software, informatica, floppy disk, banche dati, e internet, ma non in modo pretestuoso o ridondante. Tutti questi elementi sono presenti nel mondo di MM e hanno influsso sulla sua vita (in modo sempre crescente mano a mano che passava il tempo), esattamente come hanno influito nella vita di tuti noi. All’inizio come oggetti nuovi, curiosi, ancora sconosciuti, di non facile comprensione, e ora come elementi talmente essenziali alla vita di tutti i giorni da non riuscire quasi a concepire un mondo senza di loro.
Seconda innovazione, quindi: rivoluzione informatica nel fumetto
Come terzo elemento di novità è l’idea di una storia complessiva dell’umanità diversa da quella ufficiale. Questo concetto, che era affiorato più o meno a metà del XX secolo con autori come Erich Von Daniken, Charles Fort, Peter Kolosimo e altri, aveva dato vita al cosiddetto filone della Fantarcheologia esploso col grande pubblico grazie ai film di Indiana Jones. Martin Mystère simpatizzò la cosa nel mondo del fumetto, andando al di là della semplice speculazione sul singolo caso per costruire un’avventura, ma elaborando una storia globale del mondo alternativa a quella ufficiale, e molto più estesa di questa, risalendo a centinaia di migliaia di anni nel passato. In questo caso è lecito presupporre che all’inizio Castelli non avesse subito chiaro in ogni minimo dettaglio l’affresco storico alternativo che invece oggi è solido e ramificato in (quasi) ogni minimo dettaglio. È stato un lavoro di accumulo progressivo di intuizioni, di conciliazione di elementi apparentemente in contraddizione, e di sistematizzazione. In un certo senso si può dire che MM ha un suo Canone, al cui interno ogni storia si inserisce ed è in relazione con tutte le altre. Per onestà intellettuale va anche riconosciuto che un Canone storiografico definito pone anche limiti precisi e sfide potenti, alla creatività di chi voglia lavorare all’interno dello stesso. Se il Canone stabilisce che il principio X è inderogabile all’interno dell’universo narrativo Y, allora se un autore volesse scrivere una storia in cui si deroghi dal principio X (o sembra che lo si faccia), dovrà trovare un modo inattaccabile che permetta di dare spazio alla sua creatività, rispettando al tempo stesso il Canone che ha accettato di rispettare. Difficile, ma non impossibile.
Terza innovazione, quindi: la definizione di un Canone storiografico alternativo a quello ufficiale.
Il quarto elemento di novità portato da MM nel fumetto italiano è l’idea di un universo condiviso. Infatti, è a partire da Martin Mystère e da un incontro tra lui e un “pilota americano che vive a Manaus da quasi trent’anni”, sui numeri 2 e 3 della serie regolare di MM che nasce il BonelliVerso. Martin Mystère è il perno da cui si sono dipanati in questi 40 anni i fili narrativi che hanno collegato tutti o quasi i vari eroi Bonelli. MM incontra di persona Mister No (tra i vari incontri da segnalare lo Speciale Mister No n.8, Fuga da Skynet, del 1993, con un Mister No sulla settantina, ma ancora in forma), Nathan Never, Dylan Dog. Vive una storia basata su una leggenda di un avventuriero assimilabile a Zagor. Poi Zagor incontra Tex, e quindi anche Tex partecipa dello stesso universo di MM. Se Dylan Dog incontra di persona Dampyr, significa che anche Martin Mystère potrebbe farlo, visto che coesistono nello stesso universo. E se Zagor poi incontra Dragonero, spostandosi tra dimensioni, allora perché non anche gli altri? Il tutto culminante poi in una teoria del Multiverso bonelli, ancora grezza. L’ultima versione esplicitata negli albi, infatti, ci dice che è possibile spostarsi da una dimensione all’altra, da Nathan Never a Nick Raider, ad esempio, ma solo morendo nella dimensione di partenza e risvegliandosi in quella di arrivo. Questo forse per impedire passaggi e viaggi dei personaggi da una collana all’altra, cosa che per la Bonelli è ancora un tabù.
Quarta innovazione, quindi: l’idea che esista un universo unico all’interno del quale i personaggi di una casa editrice coesistono, o nel presente o in varie epoche storiche.
Questi quattro elementi, oggi quasi dati per scontati dai lettori, 40 anni fa erano impensabili. Il fatto che MM sia riuscito a renderli parte integrante di una struttura narrativa seriale da fumetto popolare è una testimonianza della sua importanza all’interno della storia del fumetto italiano.
Felici 40 anni Martin Mystère fumetto, e felici 80 anni, Martin Mystère professore di New York. Senza di voi questi anni sarebbero stati meno appassionanti e meno curiosi.
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