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Alessandro Bottero

Lo sciopero degli attori è colpa del Re Leone

È il 15 giugno 1994. Nei cinema debutta il Re Leone, quinto film di quello che la critica definisce come il Rinascimento Disney (1989 – 1999). Il successo è immediato. Cinemascore gli attribuisce una rarissima A+. Con 968 milioni di dollari è il film in animazione tradizionale dal maggior incasso nella storia. Un capolavoro immortale. Ed è stato anche l’inizio di un processo che 29 anni dopo ha portato allo sciopero di attori e sceneggiatori a Hollywood.


Gnu, Gnu, Gnu a perdita d’occhio….

Il Re Leone è pieno di scene iconiche nella storia del cinema. Dalla presentazione di Simba neonato agli animali suoi futuri sudditi, alla danza d’amore tra Simba e Nala adulti nella notte della savana. Dalla scena in stile musical tra Scar e le Iene, ai duetti tra TImon e Pumba. Ma uno dei momenti centrali, che nessuno può scordare, è quando Scar uccide il fratello, Mufasa il Re, facendolo precipitare in un canyon, mentre passa un branco di Gnu al galoppo. Le scene di massa sono l’incubo per chi realizza i disegni di un cartone animato. Devi disegnare decine e decine e decine e decine e decine di figure variando leggermente tra loro i movimenti, per dare allo spettatore l’impressione che siano movimenti indipendenti l’uno dagli altri.


La prospettiva di dover disegnare un branco di Gnu, ossia alcune centinaia di Gnu, al galoppo aggiungeva orrore all’incubo. A quel punto la tecnologia dell’animazione computerizzata entrò in campo, cambiando tutto. La sequenza del branco di Gnu al galoppo, fuga dovuta ricordiamo per chi non vede il film da un po’ dal complotto di Scar che ordina alle Iene di appiccare il fuoco alla boscaglia, così da spaventare il branco e farlo scappare passando per il canyon, fu realizzata integralmente in computer grafica. Singoli gnu furono creati in un programma per computer in 3D, moltiplicati in centinaia e modificati per somigliare all'animazione tradizionale. A quel punto ad ogni singolo Gnu fu assegnato un percorso casuale per simulare il galoppo di una mandria. Pochi Gnu realizzati in 3-D => moltiplicati => branco di Gnu che galoppa nel film. Critica e pubblico applaudirono alla cosa. Il risultato tecnico e scenico era assolutamente stupefacente. E gli animatori? Felici. Gli era stato risparmiato l’incubo del dover disegnare fotogramma dopo fotogramma centinaia di Gnu. Una situazione win-win allora, giusto? La tecnologia facilita il lavoro, ed elimina la fatica non necessaria. Certo. Ma intanto un seme è stato piantato nella mente di qualcuno ai piani alti.


Gollum? Gollum non esiste. O forse sì?

Salto in avanti. È il 2001. Sugli schermi del cinema debutta Il Signore degli Anelli La Compagnia dell’Anello, primo capitolo della trilogia di Peter Jackson. Tra i personaggi c’è un certo Gollum, e ancora una volta la tecnologia permette cose mai pensate prima. Andy Serkis, l’attore che interpreta Gollum non appare mai sullo schermo. Nel film effettivamente vediamo un essere deforme, non umano, dalle movenze e dai lineamenti diversi dai nostri. Come è possibile? Tecnologia. Serkis non ha mai recitato con gli altri attori, ma si è mosso all’interno degli spazi previsti dalle scene, indossando una serie di sensori che ne hanno catturato i movimenti. I dati digitalizzati sono poi stati usati per animare Gollum, personaggio in CGI, che interagisce sullo schermo con gli altri. In pratica il computer ha immagazzinato i movimenti di Serkis, e ha creato un database da cui attingere per far muovere il personaggio Gollum. Altro seme piantato.


Abba Voyage: il terzo chiodo piantato nella bara.

Arriviamo al 2023. Nel 2021 dopo 40 era successo l’impensabile. Gli ABBA erano tornati insieme, e avevano pubblicato un nuovo disco. Per capitalizzare l’evento si decise di organizzare un tour. Ma essendo gli ABBA ormai più vicini agli 80 anni che ai 70 come si poteva fare? La risposta venne dal mondo delle Avatar Idol giapponesi. Ologrammi che ballano sui palchi mentre un gruppo di musicisti suona brani J-pop e J-Anime, e dagli altoparlanti si diffondono voci che cantano i brani suonati e ballati, come se fossero le Avatar Idol a cantarli.

Prendi tutto questo, applica la tecnologia motion capture di Gollum con 22 anni di progressi, e hai quattro tute che indossate dai quattro ABBA in uno studio appositamente progettato immagazzinano i movimenti e il linguaggio del corpo. A questo punto si applicano programmi di deaging, ed ecco ABBA VOYAGE, il tour dove 4 avatar, ologrammi che raffigurano gli ABBA come erano nel 1979, cantano, ballano e si muovono sul palco.


Gnu, Gollum, ABBA. Gioco, Partita incontro.

E finalmente arriviamo allo sciopero degli attori e degli sceneggiatori. Da qualche settimana a Hollywood i sindacati degli attori e degli autori sono scesi in sciopero per protesta contr l’uso indiscriminato delle IA nel loro lavoro, che secondo loro minaccia il loro futuro. Tra i rischi che il sindacato attori ha denunciato c’è questo “Riprendere il volto di un attore, digitalizzarlo, immagazzinarlo nel database come proprietà della casa di produzione e poi riutilizzarlo senza riconoscere all’attore compensi o diritti sulle produzioni derivanti dall’uso di tali dati”. Traduciamo in linguaggio pià semplice.


La XXXXX Productions riprende volto, movimenti, espressioni facciali, voce dell’attore ZYX. Li dichiara proprietà della casa di produzione in quanto ripresi nel corso dell’orario di lavoro. A quel punto si ritiene libera di riutilizzare i dati tutte le volte che voglia, senza più dover pagare l’attore perché non è più necessario coinvolgerlo. Basta manipolare, tramite programmi, i dati presenti nel database aziendale.

Vi ricorda qualcosa? Magari un branco di Gnu che correva a perdifiato? Dati in un database, manipolati da programmi. Lì animatori che non dovevano più faticare a disegnare. Qui attori che non devono più mettersi davanti a una cinepresa.

Non stiamo dicendo che nel 1994 i dirigenti di Hollywood vedendo il Re Leone avessero già in mente di digitalizzare gli attori per non pagarli. Diciamo solo che il presente che si vive ha quasi sempre implicazioni nascoste o che sfuggono, che potrebbero venire a chiederci il conto dopo anni. E che i vantaggi che gli animatori della Disney ebbero nel 1994 ora chiedono il conto. Con gli interessi.


Con l’aumentare della potenza di calcolo e di elaborazione dei computer, e i progressi della tecnologia informatica abbinata al cinema, è possibile ipotizzare un futuro prossimo in cui un computer estrapoli dalla filmografia di Marlon Brando tutti i dati (movimenti, mimica facciale, linguaggio corporeo, modo di parlare, voce, intonazione, ecc…) per ricreare un Avatar Brando in grado di interpretare nuove storie, nuovi film. Basta un computer abbastanza potente da dirigerlo lungo la storia, scena dopo scena, battuta dopo battuta, movimento dopo movimento.


Ed è iniziato tutto per risparmiare tempo a disegnare Gnu….

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