A meno due dalla conclusione del girone d’andata si possono tirare alcune somme:
i vecchi leoni impongono ancora la loro legge. Un’ipotetica formazione con Cristiano Ronaldo, Ibrahimovic, Dzeko e Ribery in attacco, seminerebbe il panico e delizierebbe il pubblico. Di campioni d’oltre frontiera sotto i ventotto anni se ne ammirano pochissimi e in larga misura militano nell’Inter: Lukaku e Martinez e sono argentini: Dybala e De Paul, oltre all’interista. A rendere ancora più sontuosa la collezione ci sarebbero anche Palacio, Gomez a Pastore.
Ma anagraficamente appartengono alla categoria vecchie glorie. Non solo, Gomez al momento è cristallizzato e Pastore, per quanto bruci, è un ex giocatore. L’elenco di inossidabili vecchietti include Llorente, Pedro, Mkhitaryan, Mertens, Kalinic, Caicedo, Ilicic, Vidal, Sanchez, Fazio, Kolarov, Godin, Reina, fenomenale gente di sport che ha più storia alle spalle che da scrivere ma che dispone ancora di diversi conigli nel cilindro. Allo scarnissimo elenco dei “giovani “ vanno ascritti, Morata, Nandez, Manolas, Koulibaly. Poca, pochissima roba.
Kulusevski è ancora troppo giovane e acerbo per essere una certezza, ragionamento non dissimile valga per Villar che si sta comunque distinguendo. Hanno mosso appena i primi passi, se sbocceranno sarà un bene per Juve, Roma e per lo stesso campionato. Ci sarebbero invece Milic ed Eriksen, paria di lusso dal valore depauperato.
Perciò è un campionato sottodimensionato interamente da biasimare? No. Per nulla. Mai come da diversi anni a questa parte gli italiani sono esplosi tanto fragorosamente. Sarà che la concorrenza è scarsa, sarà che è l’anno degli europei, sarà che di necessità virtù, finalmente si torna a pescare negli stagni di casa, ma i nostri vanno a gonfie vele. Insigne, Berardi, Immobile, Belotti, Pellegrini, Lasagna, Barella, Spinazzola, Tonali, Mancini, Petagna, Romagnoli, stanno dando il meglio di sé.
Si sono un po’ smarriti Cristante, Bernardeschi e Sensi ma se rientrano nei giochi e soprattutto ci rientra Zaniolo, la nazionale rischia di pescare il jolly. E i segni ci sono progressivamente tutti, a cominciare dal fatto che quel talento in odor di fuoriclasse che è Chiesa, è uscito dal letargo. Se dovessimo puntare un euro su coloro che saranno determinanti, lo metteremmo su Chiesa, Barella e Zaniolo. E se Insigne tiene il livello delle ultime partite in azzurro e Immobile su affranca dalla zona di conforto che è la Lazio, il commissario tecnico Mancini può volare alto. Nel frattempo si gioca.
La Roma è chiamata a dimostrare contro l’Inter, di saper reggere l’urto delle prime della classe. La Juve è in risalita costante ma c’è l’insidioso Sassuolo. L’Atalanta vincendo ieri è rientrata e ha ancora una carta da giocarsi. Il Napoli e la Lazio, rispettivamente contro Udinese e Parma, tenteranno per l’ennesima volta di riaffiorare per dare un senso ad un girone d’andata altrimenti senza infamia e senza lode.
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