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Pier Luigi Manieri

Intervista al candidato sindaco Michetti


Il Prof. Michetti è il volto inedito della tornata elettorale. Non si è mai affacciato sulla scena politica ma questo non significa che ne sia a digiuno. Vanta una lunghissima carriera come tributarista per le amministrazioni comunali. È una voce storica e particolarmente seguita di Radio Radio e un appassionato di storia. Proprio quest’aspetto è stato usato come motivo di scherno, quasi che citare i classici sia macchiettistico. Il che basterebbe ad avviare una riflessione su come la storia sia stata progressivamente declassata a seccante facezia quando non a didascalia . Ciò detto il candidato appare solido e al netto di claim che forse potevano essere maggiormente persuasivi e accattivanti, non dà l’idea di accusare ripercussioni, tanto che forte di una credibilità professionale e di una popolarità non insignificante, sembra veleggiare verso il ballottaggio. Lo intervistiamo ad ampio spettro, 15 domande per comprendere non tanto chi sia Michetti quanto se può essere finalmente una soluzione per Roma Capitale


Nel rispetto delle competenze, che impegno pensa di prendere nei confronti dell’appoggio all’operato delle forze dell’ordine?


Le Forze dell'Ordine svolgono un ruolo fondamentale. Per questo ho sempre espresso la mia vicinanza nei confronti di chi indossa una divisa. Nel nostro programma la sicurezza è un punto cardine ed è per questo che già mi sono impegnato per istituire un tavolo permanente in Prefettura che faccia da cabina di regina con il ministero per gestire al meglio il controllo della città. Roma deve diventare una città più sicura e in questa direzione le Forze dell'Ordine sono il tassello primario per garantire la lotta al crimine.


Roma ha conosciuto negli ultimi anni una progressiva desertificazione di spazi culturali, dalla chiusura dei cinema a quella dei centri culturali. Quali politiche intende mettere in atto per il rilancio della promozione culturale sia sul fronte pubblico che privato?


La prima garanzia sarà proprio l’assessore alla Cultura che ho indicato: sarà Vittorio Sgarbi. Lui è l'uomo giusto per trovare soluzioni adatte a valorizzare ogni forma di evento. Con lui c'è la massima sintonia.


Parliamo della manutenzione delle scuole e del degrado ambientale.


Sono due temi importanti. La sicurezza delle scuole in particolare è una priorità assoluta. Per questo effettueremo un monitoraggio di tutti gli istituti comunali e in carico alla città metropolitana. Non è possibile avere classi non agibili, con caldaie, tetti o soffitti rotte. I nostri figli non possono correre rischi mentre sono in aula. Oltretutto, l’incremento della scolarizzazione rappresenta l’arma più efficace per far sì che i nostri ragazzi non prendano strade sbagliate. Il riscatto delle periferie passa anche da questo. Per il degrado ambientale, invece, credo che parlino da soli i branchi di cinghiali che banchettano ovunque. Servirà una pulizia totale della città e una bonifica di parchi e ville. Useremo il pugno durissimo contro chi scarica abusivamente i rifiuti.


Occupazione giovanile: come intende intervenire?


E' necessario puntare sulla formazione dei ragazzi già dalle scuole. Anche le botteghe artigiane saranno coinvolte nel nostro progetto. In periferia specialmente i cittadini mi chiedono lavoro: la risposta della politica deve andare in questa direzione e il mio impegno da sindaco è quello di creare posti di lavoro rilanciando proprio il brand di Roma.


L'ironia sulla sua passione per l’Antica Roma è una provinciale forma di snobbiamo o è ignoranza mascherata da snobbismo?


Non parlo dell’antica Roma da due mesi… In ogni caso chi non rispetta la storia e non prende esempio dal passato non può avere futuro.


Abbiamo un problema irrisolto con la nostra storia?


Solo chi non conosce la storia ha dei problemi. Io sono un appassionato di storia e credo che la conoscenza della storia serva a migliorare il presente in cui viviamo. Roma Antica metteva al centro i bisogni dei cittadini e la funzionalità delle opere. Si costruivano edificazioni belle ed efficienti. I romani non avrebbero mai costruito le piramidi, perché servivano solo a una persona, il faraone.


Il 4 ottobre sarà al ballottaggio con?


Con chi sceglieranno i romani. In ogni caso la cosa che mi fa più paura è l’astensionismo: spero che tutti i romani vadano a votare.


Ci spieghi cosa intimamente l’ha spinta ad accettare di candidarsi?


L'amore per Roma. Se solo riuscissi a dare un centesimo di quello che Roma ha dato a me sarei un uomo soddisfatto.


Perché i romani dovrebbero votarla?


Perché rappresento il vero cambiamento e con me lo rappresenta la coalizione che mi sostiene. E ho le competenze di una vita professionale in cui da avvocato amministrativista ho aiutato centinaia di sindaci a risolvere problemi complessi.


Roma è anche la Santa Sede, su quali linee intende improntare il dialogo con il Vaticano?


Approfitto della domanda per fare una premessa: la presenza del Vaticano, uno Stato enclave, è uno dei motivi per cui Roma ha bisogno di poteri speciali: la riforma costituzionale sullo status della Capitale non può più attendere, è una battaglia storica del centrodestra. Venendo alla domanda, i rapporti tra la Santa Sede e il Campidoglio devono essere quelli di rispetto reciproco e collaborazione, come con qualsiasi istituzione religiosa, con l’obiettivo di promuovere la convivenza, la concordia e il dialogo interreligioso e interculturale. Il Vaticano è anche parte integrante della storia ultramillenaria della città. Nel 2025 ci sarà il Giubileo, uno straordinario momento di fede, ma anche una straordinaria occasione di ripartenza per Roma.


Politiche abitative e valorizzazione (e censimento), delle proprietà immobiliari della Capitale, cosa ha in programma specie rispetto ai giovani e ai divorziati (sappiamo che col divorzio si crea un problema di ricollocamento abitativo non banale).


Le politiche abitative sono una condizione imprescindibile per sostenere e incentivare le famiglie nei progetti di natalità e crescita dei figli. E’ un tema molto complesso e delicato, perché riguarda il futuro di migliaia di giovani che sulla casa devono poter fondare le proprie aspettative di vita e di creare una nuova famiglia. Il mio programma prevede la risoluzione dell’emergenza abitativa attraverso l’acquisizione e l’uso del patrimonio immobiliare invenduto, dismesso o sottoutilizzato, con particolare attenzione al riportare gli abitanti nella città consolidata, condizione imprescindibile per rivitalizzare il commercio di prossimità desertificato anche dalla scarsità di clienti. E’ nostra intenzione anche promuovere un piano di edilizia sociale mutando le destinazioni, ormai incongrue di molti accordi di programma, da non abitativo ad abitativo destinando una parte di esso ad edilizia sociale. A Roma servono almeno 30000 alloggi di ERP. Le case popolari sono assolutamente insufficienti e ormai il sistema di cooperative e imprese ex 167 non è più in grado di soddisfare i bisogni di edilizia sociali.


Sport e spettacolo come crescita sociale e leve turistiche e occupazionali , oltre agli stadi di Roma e Lazio, lavorerete sul portare a Roma grandi eventi sportivi e culturali?


L’ho sempre detto: rinunciare alle Olimpiadi è stato un errore. I grandi eventi sono occasioni da non perdere per attrarre investimenti, per realizzare nuove infrastrutture permanenti che restano a disposizione dei cittadini, per promuovere l’immagine e il brand di Roma e rilanciare il turismo di qualità incrementando le presenze. Quindi sì all’Agenzia Europea della Cultura, sì all’Expo 2030 e, naturalmente, non dobbiamo perdere l’occasione rappresentata dal Giubileo 2025. I grandi spettacoli e le grande manifestazioni sportive possono essere straordinarie opportunità di crescita economica e occupazionale. Quanto agli stadi di proprietà, l’ho sempre detto: le due squadre della Capitale troveranno nel sindaco e nell’amministrazione comunale due alleati per realizzare due splendidi nuovi stadi che facciano gli interessi dei club, ma anche dei cittadini. Quando ci insedieremo, ascolteremo le proposte delle due società e cercheremo di trovare un’intesa nel minor tempo possibile. Avviando subito la conferenza dei servizi, il progetto può essere avviato in cento giorni.


Giorgia Meloni ha detto che lei è come Mr. Wolf, allo stato attuale come ordine di grandezza siamo più vicini ai problemi o ai miracoli? Pensiamo alle periferie completamente escluse dalla tanto decantata inclusione sociale.


Un sindaco non deve fare miracoli, ma solo amministrare la propria città. Roma oggi non è semplicemente amministrata male, non è amministrata proprio. Dobbiamo cominciare a mettere mano alla macchina amministrativa, semplificando, venendo incontro alle esigenze dei cittadini, andando a prendere i migliori dirigenti disponibili. Non è na missione impossibile, ma bisogna esserne capaci. Dalla mia parte ci sono oltre vent’anni di esperienza. Sulle periferie, ha ragione: sono state dimenticate. Ma l’inclusione sociale si realizza anche eliminando il degrado, aumentando il tasso di scolarizzazione. Per questo istituirò un assessorato alle periferie e alla rigenerazione urbana e quell’assessorato avrà sede proprio in periferia, nel Municipio delle Torri.


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