Inaugurato nel 1856, il teatro della Zarzuela fu progettato da Jerónimo de Gándara, che prese a modello la Scala di Milano. Costruito a ferro di cavallo con tre ordini di palchi e 1242 posti a sedere, il palazzo si trova in Calle de Jovellanos 4, nel pieno centro della capitale spagnola.
Prese il nome dal genere lirico musico-teatrale che ebbe origine nel XVII, quando il teatro inizió a rappresentare il luogo di incontro fra la corte reale e gli artisti; è nell’ambito di quelle feste che nacque quello che è definito il genere lirico drammatico spagnolo per eccellenza, la zarzuela appunto, la quale, con l’arrivo in Spagna dei Borboni, soffrí una profonda trasformazione a causa degli impulsi dell’opera italiana.
Il 21 e 22 dicembre 2023 presso questo ormai autorevole teatro, primo e unico scenario al mondo creato esclusivamente per il genere lirico spagnolo, il Ballet Nacional de España ha celebrato il 45simo anniversario: uno spettacolo sublime delle danze in coreografie accurate, accompagnate dalla musica dell’Orchestra della Comunità di Madrid diretta da Manuel Busto e un documentario intermedio a raccontare la storia dell’istituzione.
Il Ballet Nacional Español debuttò nel Teatro Principal di Valencia l’11 giungno 1979 sotto la direzione di Antonio Gades, affacciandosi su una Spagna libera dalla dittatura di Franco da poco meno di tre anni. Fu Adolfo Suarez, primo Presidente della democrazia in quella transizione che portò la Spagna ad essere uno dei Paesi più liberali d’Europa in fatto di diritti civili, a rendere istituzione pubblica questa compagnia che sarebbe diventata ambasciatrice nel mondo di un patrimonio profondo: la danza spagnola in tutte le sue fattezze ed espressioni.
Sulle punte, i ballerini spagnoli varcarono le soglie dei teatri internazioni di balletti centenari, quali l’Ópera de París, la Scala di Milano o il Mariinsky di San Pietroburgo.
Antonio Gades, ballerino e coreografo proveniente da Elda, Alicante, usò il flamenco come veicolo per “esprimere idee ed emozioni autentiche, intraprendere un discorso e ricamare una drammaturgia”, come scrive Omar Khan. Oggi la compagnia forma parte dell’Istituto Nazionale delle Arti Sceniche e della Musica (INAEM) del Ministero di Cultura e Sport e il suo nome è Ballet Nacional de España.
Antonio Gades, María de Ávila, José Antonio Ruiz, Aurora Pons, Victoria Eugenia Betty, Nana Lorca, Áida Gómez, Elvira Andrés, Antonio Najarro e Rubén Olmo, i maestri che hanno fatto del Ballet il depositario del patrimonio coreográfico che è fina espressione delle culture profondamente diverse che questo Paese ha storicamente accolto, portando la danza classica e stilizzata, la scuola bolera, il folclore e il flamenco in tour in ogni parte del mondo, danzando in Israele, Colombia, Russia, e molte altre platee, profondamente diverse tra loro ma accomunate dalla passione per questo genere nostalgico e festoso insieme.
Il progetto di non cristallizzare il rispetto della tradizione a una visione conservatrice e una costante attenzione verso la sperimentazione, promossa grazie al costante lavoro dell’ufficio stampa diretto dal 2015 da Eduardo Villar e attraverso collaborazioni quali quella con il Madrid Fashion Week, dove la compagnia ha danzato la scuola bolera su musiche di Björk per la firma Duyos, o con il coreografo del Cirque du Soleis, Franco Dragone, per la creazione di uno spettacolo dedicato a Sorolla, o con il pattinatore su ghiaccio Javier Fernandez che, introducendo il flamenco per la prima volta in questa disciplina, si è proclamato campione del mondo nel 2015. Spettacoli come Afanador, nel Teatro Real di Madrid, si affacciano coraggiosamente alla critica dotta e spietata, perché questo è ció che provoca, sempre e in ogni ambito, l’innovazione.
Comments