Quarant’anni fa Francis Ford Coppola metteva in scena con The Outsiders, i giovani degli anni ‘60 di quella provincia americana che abbiamo conosciuto in graffiti americani come Happy Days, nel primo dei due adattamenti cinematografici tratti dai romanzi S. E. Hinton (tornerà sulle sue orme con Rumble Fish dell’ottobre dello stesso anno).
Ci troviamo a Tulsa nel 1965. I Greasers e i Socials sono due gang rivali: i primi appartengono alla classe povera e abitano nei sobborghi in periferia; i secondi invece sono agiati e risiedono in quartieri residenziali. Ponyboy (C. Thomas Howell) è il terzo dei fratelli Curtis, assieme a Johnny Cade (Ralph Macchio) e Dallas (Matt Dillon) vengono coinvolti in una rissa, durante lo scontro ci scappa il morto. Il maggiore dei fratelli è Darrel (Patrick Swayze), l’altro è Sodapop (Rob Lowe). Darrel in passato era stato il capo dei Greasers, gli altri membri della banda sono Two-Bit (Emilio Estevez) e Steve Randle (Tom Criuse). Dilungarsi sulla trama non ha molto senso, sarebbe come raccontare Via col vento o Il Padrino, per restare nei confini narrativi di Coppola, vale invece la pena addentrarci in cosa sia stato questa pietra miliare del romanzo di formazione nonché imprescindibile film generazionale. A cominciare dal titolo in italiano, quel I Ragazzi della 56a strada, che rimandava all’indirizzo del loro territorio ma che trasse in inganno tant’è che per un certo periodo circolò la teoria per la quale la pellicola fosse ispirata da I ragazzi della via Pal. In effetti i punti in comune non mancano ma la fonte è la medesima di Un ragazzo di nome Tex, sempre con Dillon che col successivo Rusty il Selvaggio (Rumble Fish), forma una sorta di trilogia.
Il film si afferma comunque come uno dei capi saldi della generazione anni ‘80 e diviene assieme a pellicole come Breakfast club e Saint Elmo’s fire, film manifesto del Brad Pack, vale a dire quel nucleo di attori giovani nati tra il 1959 e il 1965 che dominò la scena tra il 1979 e il 1989. Tutti e sei i giovani interpreti ne fecero parte a pieno titolo affermandosi in opere cinematografiche campioni d’incassi e in alcune delle pellicole più interessanti e di successo. Oggi questi nomi dicono poco o nulla ma Emilio Estevez, Rob Lowe e C. Thomas Howell furono autentiche stelle. Per loro valgano Young Guns, Sorveglianza Speciale, Brivido, Class, Cattive Compagnie, The Hitcher, Soul Man, Alba Rossa, Spalle larghe, Cuba Libre, Il giovane Toscanini, oltre ai titoli succitati. Lowe fu bruciato da uno scandalo a luci rosse. Ne venne fuori lentamente ma pur presente nel cast di Brothers e Sisters non è mai andato oltre ruoli di contorno. Howell invece ha tirato a campare in action di serie b e prendendo parte a episodi di serial come 24. Estevez è stato una stella fino alla metà degli anni ‘90, poi ha progressivamente diradato le partecipazioni (lo ricordiamo in un cameo non accreditato in Mission: Impossible), per passare dietro la macchina da presa. Bobby stupì, Il Cammino di Santiago meno, comunque stiamo parlando di titoli interessanti ma non imprescindibili. Il grosso lo ha fatto come interprete. Destino non dissimile è quello di Ralph Macchio, da divo della saga di Karate Kid si è progressivamente eclissato e solo da poco è stato riscoperto grazie a Cobra Kai. Dillon ha scelto altri percorsi ma di certo non è stato più all’altezza degli inizi. Va anche detto che tra I giovani guerrieri, Un ragazzo di nome Tex, I ragazzi della 56a strada, Rumble Fish e Kansas si ritrovò spesso nel ruolo del ragazzo ribelle/disadattato. Per non parlare di Drugstore cowboy. Tuttavia Dillon ha proseguito tra alti e bassi inanellando cult movies come Singles e perle come Crash e disimpegnandosi in commedie nere e demenziali come Tutti pazzi per Mary. Di fatto, solo Tom Cruise e parzialmente Matt Dillon sono i sopravvissuti di quel cast eccezionalmente sontuoso. Cruise non è più solo un attore, è un’impresa. Da Paul Newman a Dustin Hoffman a Robert Duvall ha lavorato fianco a fianco coi più grandi, lanciato da Zeffirelli in Amore senza fine è stato diretto da Scott(Legend) e da Tony Scott (Top Gun). È forse l’unico attore vivente assieme a Robert De Niro ad aver lavorato con il tris d’assi Italo americano: Scorsese (Il colore dei soldi), De Palma (Mission: Impossibile), Coppola (I ragazzi della 56a strada). Una presenza femminile in un cast interamente maschile è Diane Lane. Inalteratamente incantevole fu assieme a Ally Sheedy, Molly Ringwald, Demy Moore ed Elisabeth Shue, la stellina del cinema giovanile spesso in coppia con Matt Dillon (The Outsiders, Rumble Fish, Braccio vincente).
Concludiamo col compianto Patrick Swayze, più grande degli altri, ha diviso soventemente la scena con C. Thomas Howell (Grandview U.S.A e Alba Rossa) e Rob Lowe ( Spalle larghe), ballerino e marzialista ha scritto pagine di puro action e romanticismo. Semplicemente indimenticabile.
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