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Pier Luigi Manieri

DuminDa, l’arte è un continuo divenire

Aggiornamento: 23 mar 2021


Nel compendio di culture che si declinano in filosofie che trovano respiro in differenti confessioni religiose, la vita in estremo oriente è concepita come un fenomeno in continua evoluzione. Dalle stagioni, siano esse temporali, a quelle interiori che hanno a che fare con i più intimi recessi dell’anima, è un continuo divenire che guarda avanti affondando però le proprie radici in tutto ciò che nel corso del tempo ha concorso a comporre quel bagaglio di esperienze che è l’esistenza stessa. E così sembra essere anche la concezione che sottende alla ricerca artistica di DuminDa, pittore e scultore che dallo Sri Lanka, in un percorso insieme di studio ed esistenziale, è approdato a Roma dove risiede e lavora. Attualmente alcune sue sculture sono esposte in B-Jesus, il presepe-installazione di cui abbiamo dato notizia nei giorni scorsi. Opera collettiva dal non comune valore artistico e simbolico curata da Guillermo Mariotto, in esposizione presso il Parco Nicola Lipari di piazza Vittorio fino al sei febbraio.


Partiamo dai Paper moods, quando e in che modo è arrivato a definirne la tecnica?

Nel 2008 iniziai a realizzare i primi "PAPER MOODS", a Lussemburgo, città in cui ho vissuto per 12 anni, prima di trasferirmi a Roma, a fine 2020: figurine minimaliste, colorate, che proiettavano ombre interessanti... Incominciai ad assemblare ritagli di carta da giornale, secondo una logica di colori e di segni, per rappresentare uno stato d'animo/ a PAPER MOOD. La tecnica consisteva in nastro adesivo, colla ed African Wax, non quella usata per la cartapesta. Dopo anni di ricerca, durante i miei viaggi, e di studio, a Trevi, ma soprattutto a Parigi, alle Beaux-Arts e col Maestro Philippe Seené, dal 2014 in poi, ricominciai a creare con la carta da giornale, dopo aver usato il gesso, la terracotta e la resina, sagome più complesse. Delle vere e proprie sculture, come i due Cavalli del "Pas de Deux"...


Nell''ottobre del 2019 ebbi l'onore di essere invitato ad esporre i PAPER MOODS di "seconda generazione", in occasione del " Giorno della Carta", presso il prestigioso Istituto della Patologia del Libro (ICPAL), santuario della Carta. "Walking Meditation" é senz'altro tra i miei preferiti, con il "Pinguino", i "Cavalli" e la serie "Ritratti".

Dopo aver vissuto a Seul ed a Milano, arrivai a Lussemburgo, nel 2006, dove decisi di cambiare carriera e mi appassionai sempre di più all'Arte, senza però ancora avere dei riferimenti artistici europei, a parte i Grandi del Rinascimento.


Il processo in qualche modo rimanda a Mimmo Rotella, si riconosce in questo accostamento?

Quando iniziai a fare i PAPER MOODS, non sapevo chi fosse Mimmo Rotella, per cui, senza saperlo, avevo già incominciato ad ispirarmi.

E neppure Giacometti. Scoprii quest'ultimo solo molti anni dopo, nel 2014, al Luisiana di Copenhagen. Sinceramente non ho mai visto una mostra di Rotella ma provvederò appena sarà possibile

Il particolare processo con cui realizza le sue statue e sculture è l’altro elemento con cui si è imposto all’attenzione, qualcosa che balza agli occhi anche di quelli che frequentano l’arte contemporanea meno assiduamente…

Amo i Colori, credo nel loro magico potere, ogni giorno della settimana, mi vesto in un colore diverso. Il loro significato varia da cultura a cultura. Le mie opere sono spesso turchesi, verde acqua, ocra, blu, con qualche tocco dorato. Ho usato anche patine organiche a base di tè nero. Mi piacciono le superfici in rilievo, stratificate e stropicciate, in cui ci sono tanti dettagli interessanti e mille sfumature di colore. Mi chiedono spesso di che materiale siano fatte le mie sculture, alcuni pensano addirittura che si tratti di bronzo, ma è solo gesso, terracotta o resina con un effetto speciale. È molto difficile rimanere figurativo, al giorno d'oggi, soprattutto in una città come Roma, circondato dai capolavori dell'Arte antica e non solo… sono perciò’ sempre alla ricerca di nuovi materiali e mi piace sperimentare ed inventare nuove tecniche.

Cos’è l’arte, alla sua essenza, secondo la sua sensibilità?

L'Arte è per me una forma di Meditazione, non so dire se dipenda dal fatto di essere buddista, ma la meditazione è un aspetto indissolubile quindi con valori e sensazioni molto particolari che desidero trasmettere a chi guarda le mie opere.

Il figurativo non occupa una posizione centrale nella proposta artistica contemporanea. Informale e concettuale sono le estetiche più battute, la sua sembra una scelta controcorrente.

A dire la verità, non mi piacciono né l’uno né l'altro. Il figurativo invece mi lascia esprimere ciò che ho dentro di me. Inoltre la mia idea di scultura non può non dare immagine di ciò che ho nella mia mente e nel cuore. E un fatto di comunicazione. Più diretto ma insieme più magico.


I totem.

Sono venuti dai ritratti. Una specie di evoluzione. Hanno maggior fascino, credo. Li concepisco autoportanti così non hanno bisogno di elementi esterni


I Re Magi, sono indiscutibilmente tra le opere più pregevoli di quelle assemblate a formare un corpo unico in B-Jesus, l’installazione collettiva voluta e curata da Guillermo Mariotto per omaggiare il presepe. Cosa l’ha spinta a orientare la sua scelta su queste figure.

La Galleria Vittoria, dove ho esposto dei PAPER MOODS, mi mise in contatto, molto gentilmente, con Guillermo Mariotto, che vedendo "Pas de Deux", due Cavalli in carta da giornale, mi disse che ne amava i colori e mi chiese di realizzare le sculture dei Tre Re Magi. Mia Nonna, cattolica, mi aveva raccontata la storia dei Magi, da bambino. Magia ed innocenza, altri valori due valori importanti per me. Cosi, mi ispirai alla Magia dei Colori per interpretarli: Turchese, Gasparre porta calma e serenità ed è amore per il mare; Rosa, Baldassarre dispensa amore assoluto, senza limiti, né condizioni; la Corona rossa, Passione, Fede e Rinascita ( Rebirth) per Melchiorre.

La ringrazio per il suo gentilissimo complimento sui Tre Re Magi.

Di nulla. Non li scopro certo io. Parliamo della colomba, simbolo cristiano che lei ha esposto in B-Jesus e che è un riferimento ricorrente della sua cifra stilistica. Che significato ha per lei?

Realizzo da 5 anni a questa parte, colombe in varie sfumature, talvolta più tondeggianti come delle nuvole… per il Presepe del Futuro, è stato scelto il bianco, con una superficie in rilievo che riflette la Luce.

Lei viene da uno dei luoghi più lontani della Terra, ha attraversato mezzo mondo e da alcuni anni risiede e lavora a Roma, è riuscito a fondere insieme le differenti impressioni che ha ricavato entrando in contatto con realtà e società differenti? Il mondo è ancora un posto eterogeneo o la globalizzazione lo ha reso irrimediabilmente tutto uguale?

Venendo non solo da molto lontano, ma avendo soprattutto un'altra cultura ed un'altra visione del mondo, ho studiato ed ammirato l'accademico europeo, per poi distaccarmene, ma mai completamente, poiché prediligo il figurativo, riveduto e corretto, con quel tocco, che chiamano "esotismo", ma che in realtà è solo un altro modo di esprimere gli stessi sentimenti e le stesse sensazioni.

Non mi è mai piaciuta la globalizzazione, dobbiamo mantenere le nostre caratteristiche e non scimmiottare gli altri. Prego perché si possa poter salvaguardare la propria identità.

In un momento di assoluta chiusura a causa del Covid, una chiusura che è tanto sociale quanto intima, con ripercussioni ad ogni livello, un’azione come quella intrapresa da Mariotto con B-Jesus ha un significato che va oltre il solo aspetto artistico per divenire un invito a rinascere. A riappropriarsi degli spazi e delle relazioni umane…perché consiglierebbe di andare a visitarla?

B-JESUS é un Progetto/Manifesto per un mondo migliore, una metafora, una favola, frutto della partecipazione di artisti, vicini e lontani, che hanno così azzerato lo spazio ed il tempo. Il Presepe può esistere e circolare anche con un altro formato, per portare un messaggio di condivisione e di speranza. Ho avuto il piacere di partecipare alla preparazione dell'installazione e della mostra, ci siamo subito sentiti tutti come in una grande Famiglia, tanto da sentirne la mancanza quando poi si è allestito in Pzza Vittorio...

Lo consiglierei per un po' di svago, ma anche una riflessione sul futuro dell'Italia e del mondo, consiglio di non perdere la versione con le luci, al tramonto. L'Arte è una delle poche risorse rinnovabili che ci aiuteranno ad andare avanti.

Covid permettendo, quali sono i suoi impegni per il 2021?

Molto preoccupato per la situazione mondiale, stravolta dal Covid. Covid permettendo, nel 2021, organizzerò mini eventi, dei "Living Rooms" durante l'anno, nel mio piccolo studio, in via Capo di Ferro 25, e a casa, poi una personale in uno spazio non convenzionale, a Roma.

Il Progetto multidisciplinare "Sigiriya", dall'omonimo sito, Patrimonio dell'Unesco, nello Sri Lanka, sarà realizzato, Covid permettendo, a fine anno.

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