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Vito Tripi

DONNA LAB: al centro l’imprenditoria in rosa

Il 23 novembre si è tenuto a Roma un grande appuntamento per tutte le donne e non solo. Alcuni interessanti scambi di battute con Mariacristina Masi e Paola De Marinis.



Il mondo, specie quello economico e imprenditoriale, è drasticamente cambiato dal 2020. Il nostro Paese, causa restrizioni draconiane discutibilissime, ha visto indebolire il settore imprenditoriale ed in particolar modo, il terziario da sempre, con la piccola e media borghesia, schiena della nostra economia.


In questo periodo di ripresa economica, approssimativa, si volge molto lo sguardo ad un settore imprenditoriale molto importante ossia quello femminile. Intanto precisiamo che l’Italia ha fatto scuola in questo senso grazie a nomi come Fendi, Spagnoli, Biagiotti, le sorelle Fontana, Astorina e Fabiani dimostrandosi, per l’ennesima volta, faro di luce per tutti. Pertanto, in una società sempre più in evoluzione come la nostra le quote rosa nel settore economico sono sempre più importanti e sempre più una risorsa.


Lo scorso 23 novembre a Roma, presso l’Hotel NP Collection in Via dei Gracchi, si è tenuto un interessantissimo Convegno ossia la quarta edizione di DONNA LAB. Si tratta dell’unico evento dedicato alle donne che già fanno impresa o che vogliono iniziare a farla sfruttando le opportunità che l’Europa mette a loro disposizione per far nascere e crescere le loro attività. Guru di questa grande iniziativa è strato il Dr. Giancarlo Barbarisi considerato uno dei massimi esperti in materia di finanziamenti alle imprese, in oltre 20 anni di carriera ha fatto ottenere oltre 160 milioni di euro di finanziamenti agli imprenditori che si sono rivolti a lui e alla sua organizzazione.


Durante questa kermesse i nostri microfoni hanno raggiunto la nota politica capitolina Mariacristina Masi e una delle organizzatrici di DONNA LAB Paola De Marinis.


Consigliere Masi iniziative come questa sono sempre più importanti in un Paese in crescita come il nostro?

Io credo che sia un’iniziativa molto importante per dare sempre maggiori opportunità Io sono Consigliere Comunale anche se non sono nella Commissione Pari Opportunità mi occupo di queste tematiche da sempre. Sono stata per tanti anni Consigliere in una periferia romana quindi ho conosciuto diverse realtà, anche femminili, che avevano delle difficoltà spesso, nei contesti sociali complicati, a cercare dei professionisti e delle persone specializzate. Questo perchè spesso non si conoscono i mezzi che le istituzioni offrono e dove rivolgersi per avere delle opportunità. Perchè spesso si hanno buone idee, una grande forza di volontà e determinazione ma non si hanno gli strumenti per poterli realizzare.


Pertanto, la PA è come ad uno stallo su questa tematica?

È evidente che ci sia un gap in questo senso. A Roma, purtroppo, ci sono tempi biblici se per una carta d’identà servono sei mesi immaginiamoci per dei finanziamenti. C’è un problema strutturale e importante che non si risolve, sicuramente, in poco tempo nè con la bacchetta magica. Servono delle politiche serie ed una cultura diversa della PA. Io rappresento uno gli Enti Locali, i quali hanno poteri minori rispetto ai Ministeri o alle Regioni sulle tematiche che stiamo affrontando, però, sono quelli che ricevono, poi, i vantaggi migliori. Questo perchè siamo noi a stare nei quartieri e a dover affrontare il problema dell’occupazione femminile.


Com’è la situazione romana in questo senso?

A Roma i dati dell’occupazione femminile non sono soddisfacenti, soprattutto, in alcuni Municipi della Capitale. Io vorrei che si lavorasse tutti assieme con dei professionisti per delle proposte concrete, anche istituzionali, e si possa informare il più possibile le donne nei vari quartieri sulle varie opportunità che hanno. Questa, però, è una sfida che si adeve affrontare tutti assieme senza distinzioni politiche. Noi ci dimentichiamo spesso che in Italia l’occupazione femminile incide, positivamente, anche sul PIL. Il fatto che le nostre donne non riescano, non solo per una questione culturale, ma anche delle istituzioni a ricevere le giuste informazioni per poter realizzare i loro progetti incide sulla nostra economia.


In concreto il Comune di Roma come si sta muovendo per migliorare questo divario?

Ci auguriamo che il Primo Cittadino faccia dei passi importanti in questo senso e noi stiamo sollecitando maggior attenzione per le donne e per i giovani. Finora, onestamente, non è stato fatto un granchè ma noi ribadiamo la nostra massima disponibilità.


Quindi l’imprenditoria è ancora declinata al maschile o possiamo dire che le donne stanno conquistando, anche in questo settore, la loro metà di cielo’

Lo potremmo dire a livello di opportunità ma, ancora, non si concretizza a livello reale nel senso che le donne non riescono ad accedere a quelle informazioni vitali per realizzare i loro progetti. E si parla di accedere a fondi e risorse. C’è ancora molto da fare soprattutto a livello d’informazione. Però è anche vero che le donne oggi hanno consapevolezza di potersi contradistiguere anche nel settore dell’imprenditoria. Aumentano sì, ma non nel numero che vorremmo.


Possiamo sperare in un 2024 come l’anno in cui l’Italia sarà sempre più un Paese per giovani e, soprattutto, per donne?

Il 2024, purtroppo, è una data un pò troppo vicina. Io mi auguro che almeno nel prossimo quinquennio si possa lavorare tanto per dimunire il divario di genere attualmente presente.


Dott.ssa De Marinis come e quando nasce questa vostra iniziativa per l’imprenditoria in rosa?

Essa nasce alla luce di quelle che sono le opportunità che l’UE ha messo a disposizione alle donne per fare impresa. In questo momento, nello specifico, oltre ai Fondi dell’Agenda Europea 2021-27 ci sono anche quelli del PNRR, purtroppo spesso mancano i progetti e le idee per accedervi. L’iniziativa di oggi è volta a sensibilizzare le donne sul creare progetti validi poichè essi possono essere finanziati e concretizzati. Anche perchè, se non sfruttati, questi fondi tornano indietro e saebbe davvero un grosso spreco.


Che riscontro di adesioni avete avuto per questa 4° edizione?

Hanno aderito circa un’ottantina di donne da tutta Italia e ci tenevamo che fosse fatta in presenza perché è stata un’occasione di interscambio e di sinergia.


Possiamo quindi dire che, nell’Italia post-covid, l’imprenditoria femminile si sta destando?

Sì, anche se è ancora troppo poco. Questi incentivi e i fondi vengono elargiti perchè le donne che fanno impresa sono ancora una minima parte rispetto alle reali potenzialità. Pertanto, noi ci proponiamo di fare da megafono per permettere una maggiore visibilità di queste risorse ed opportunità.



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