Il trend è quello: da almeno due settimane FdI è al secondo posto nei sondaggi nazionali. Ha superato il PD e tallona la Lega che da un paio d’anni occupa stabilmente la prima posizione. Non solo, se si votasse oggi, con FI al 7%, il centrodestra si attesterebbe intorno al 48%.
Pur prendendo le “verità” dei sondaggi col beneficio d’inventario e pur facendo tutti i distinguo del caso tra politiche e amministrative, se tanto dà tanto, lo scenario romano non dovrebbe essere vistosamente diverso salvo per il fatto che nella Capitale il primo partito è
FdI. Ciò nonostante, il candidato ancora non è stato ufficializzato. Il che diventa ogni giorno che passa più allarmante. Virginia Raggi ha rilanciato con fermezza la sua candidatura, mettendo simultaneamente nell’angolo il M5S che per non perdere la faccia non ha avuto altra scelta che il sostegno e inguaiando Conte, Zingaretti e la farraginosa alleanza tra PD e M5S. Il Boccia che affannosamente e poco credibilmente nega che Conte avesse aperto all’accantonamento del sindaco uscente per accontentare gli alleati di governo è la fotografia dell’effetto guastafeste. Calenda è in campagna elettorale già da un paio di mesi, le prossime elezioni non gli spalancheranno le porte del Campidoglio ma uno scranno in consiglio comunale, sì. Il che è più che sufficiente per un partito mononucleare come è il suo. Resta da vedere come si comporterà al ballottaggio.
Successivamente al mesto tramonto del candidato condiviso coi pentastellati, il PD ha aperto le primarie il cui esito appare scontato: vincerà Gualtieri, con buona pace per Fassina che quando non cade a terra a favore di telecamere, “caricato” dalla Polizia è persona e politico di un certo spessore. Come si è detto, attualmente nell’area dei conservatori è in lizza il solo Vittorio Sgarbi il quale ancora pochi giorni fa ribadiva la sua disponibilità e al tempo stesso, diceva la sua sul nome che ha preso a circolare durante la settimana, quello del tributarista Enrico Michetti, voce nota di Radio Radio in cui dispensa le note “Pillole”. Note, sì ma non notissime così come lo stesso Michetti, osserva lo stesso Sgarbi sottolineando che tra gli skills del possibile candidato si includono i 53000 contatti Tweet, se questo è un elemento di valore aggiunto per misurare la portata di un candidato allora lui ne ha oltre due milioni.
Tuttavia è acclarato che il profilo della proposta di centrodestra debba essere quello di un candidato civico, come del resto confermano gli altri nomi emersi nei mesi scorsi, da Bertolaso a Abodi, fatta eccezione per Gasparri. Questo tipo d’indirizzo è indubbiamente in linea con alcuni elementi oggettivamente significativi a partire dal fatto che debba rappresentare una sintesi tra i tre partiti, nonché offrire un personaggio in cui riconoscersi, non di meno questo genere di soluzioni porta in sé un paio d’ inquietanti interrogativi: qual è il ruolo della politica e che a cosa serve se poi per prima non si ritiene idonea a fornire risposte concrete ed efficaci, delegandole alla società civile? Proprio l’esperienza di cinque anni fa dovrebbe suggerire di guardare nel mondo politico, specie perché oggi le figure da mettere in campo non mancano. Escludendo giocoforza Giorgia Meloni che per quanto sia una donna super non dispone del dono dell’ubiquità, Fabio Rampelli sarebbe un candidato autorevolissimo.
L’attuale Vice Presidente della Camera, architetto con un passato da nuotatore medagliato, è un politico di assoluta esperienza, esperto della macchina amministrativa, si è distinto per le battaglie ambientaliste e in difesa della piccola e media impresa. La sua reputazione è tale da non temere riserve. Non meno credibili sarebbero Fabrizio Ghera, Consigliere regionale già Assessore ai Lavori Pubblici della Capitale; Lavinia Mennuni, da sempre tra i dirigenti di partito, è inoltre un avvocato e vanta un’importante esperienza da assessore comunale. Andrea De Priamo, protagonista di un’esperienza in politica più che ventennale. Tra le cariche ricoperte è stato vicepresidente del Municipio 9, presidente della Commissione Ambiente di Roma Capitale.
Per ciascuno di essi concorrere per la Capitale sarebbe un onore, così come sarebbe prontissimo e di assoluto valore Daniele Giannini, Cons. regionale in quota Lega: “Roma merita sempre il massimo impegno e tutta la disponibilità” e restando in orbita Lega, la stessa Giulia Bongiorno, membro del senato e fuoriclasse del Foro. Questo è giusto un elenco parziale ma l’eterogeneità dell’offerta è tale che è quasi più difficile sbagliarsi che scegliere bene. Per contro il procrastinare all’infinito farà sì che il candidato, chiunque sia, arrivi fatalmente indebolito. Il tempo stringe, Meloni, Salvini e Tajani trovino la quadra e la trovino in fretta anche per spegnere quel retropensiero secondo il quale a Roma si concorra per non arrivare primi. Si tiri fuori il nome. Se è politico è meglio ma lo si tiri fuori. Un nome per vincere. Se il centro destra non ci prova ora che le condizioni ci sono tutte, quando?
Comments